Come usare una scarpa: creatività, memoria e emozioni
In che modo si potrebbe usare una scarpa, oltre che per camminare?
Per una ricerca sulla creatività ho fatto questa domanda a più di 40 adulti che si sono messi in gioco e hanno dato molte risposte interessanti. Alcuni hanno detto che una scarpa potrebbe essere usata come fioriera se riempita di terra, altri come istallazione artistica, altri ancora per fermare una porta o come gioco. Ci sono moltissimi modi per utilizzare una scarpa oltre a quello convenzionale, e questo esercizio che sembra un gioco in realtà è un test utilizzato nella ricerca psicologica per valutare la creatività di una persona.
Ma in che modo interrogarsi sull’uso alternativo di un oggetto comune permette di misurare la creatività di una persona? Essere creativi significa generare nuove idee e combinare elementi già esistenti in modo innovativo, differente. In altre parole, la creatività consiste nel pensare in modo non convenzionale (in inglese, thinking outside the box) e, più nello specifico, per la scienza ci sono diversi modi di esserlo. Ad esempio, il test sopra citato punta a misurare il cosiddetto pensiero divergente, cioè la capacità di generare il maggior numero di soluzioni possibili a problemi aperti.
Attraverso studi di questo tipo è stato possibile provare che esiste un legame molto forte tra creatività – in particolare pensiero divergente – e memoria. Uno dei risultati più interessanti ottenuto dalle ricerche su questo tema è che ricordare dettagli di eventi recentemente accaduti migliora le performance nei test che misurano il pensiero divergente. Questo tipo di evidenze comportamentali, sono state poi anche confermate da risultati di natura funzionale, cioè quelli legati al funzionamento del nostro cervello. È stato dimostrato, infatti, che memoria, creatività e immaginazione di scenari futuri sono tutti processi cognitivi sostenuti da una rete cerebrale comune che, tra i suoi nodi, include anche l’ippocampo, una struttura profonda del nostro cervello.
Tale risultato è molto significativo se si considera che l’esigenza di una persona di esternare qualcosa in maniera creativa passa molto spesso per le emozioni. L’ippocampo, infatti, non solo svolge un ruolo chiave nell’apprendimento e nella memoria, ma è anche parte del sistema limbico, che principalmente è responsabile delle emozioni che proviamo. Questo è fortemente esplicativo del legame tra emozioni e memoria ed è il motivo per cui, ad esempio, ricordiamo meglio eventi particolarmente emotivi, dove abbiamo vissuto emozioni molto forti. Anche l’emotività dunque è un elemento fondamentale che si inserisce nel processo creativo, e spesso proprio quello che permette all’artista di connettersi con il suo pubblico, che sia un pittore che disegna un quadro, uno sceneggiatore che crea una storia o un autore che scrive un romanzo.
Tutto questo suggerisce che memoria, emozioni e creatività sono processi fortemente interconnessi tra loro, sostenuti da reti cerebrali condivise, che insieme ci permettono di creare qualcosa di nuovo e insieme anche vecchio, già vissuto in qualche modo: non è possibile inventare qualcosa dal nulla. Come esseri umani, infatti, naturalmente ci aggrappiamo a qualcosa che già conosciamo, che in qualche modo ci appartiene già. Potrebbe essere un intero evento che abbiamo vissuto o a cui abbiamo assistito, così come un piccolo dettaglio che ci è rimasto in mente per qualche motivo apparentemente sconosciuto.
Attingere al proprio passato e alle proprie emozioni, e rielaborare tutto in maniera non convenzionale, è quello che rende creativa un’opera. Proprio per questo è bene sottolineare anche che la creatività non è una dote innata, ma una competenza che va coltivata e che si può migliorare nel tempo. Non bisogna spaventarsi quindi se all’inizio si hanno difficoltà a immaginare scenari o personaggi, se non si riesce a distaccarsi dalla realtà o a essere poco divergenti, l’importante è essere costanti nell’esercizio. La più grande forza del nostro sistema cognitivo – e quindi dell’essere umano – è proprio la sua plasticità e la sua dinamicità: tutto si può imparare.
E tu? In che modo useresti una scarpa?
(di Sarah Daviddi)
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