Sperimentare (e pubblicare) poesia come atto rivoluzionario
Dai laboratori di scrittura poetica alla pubblicazione di esordienti, come cambia la prospettiva del mercato editoriale indipendente. L’esperienza di Officina delle Scritture e dei Linguaggi
di Francesca Silvestri
Perché pubblicare poesia oggi? Ci siamo chiesti, oramai diversi anni fa, quando nel 2006 ali&no editrice ha introdotto all’interno del suo catalogo una collana di poesia, se questo interrogativo andasse incontro a una necessità di poeti esordienti (a volte anche improvvisati) o se piuttosto si ponesse come una stimolante sfida da percorrere a discapito del mercato.
Oggi come allora cura, studio e selezione, linee guida fondamentali del mestiere editoriale, sembrano un lusso riservato a pochi. Un piccolo editore indipendente si può distinguere per le scelte consapevoli, basate sulla qualità di contenuti e materiali in tutta la filiera, e soprattutto con azioni non omologate e culturalmente rivoluzionarie.
Bibliodiversità significa proprio questo: fare la differenza, contribuire all’eterogeneità delle scritture e dei linguaggi, fare scouting letterario e alimentare diverse prospettive cognitive.
Se leggere poesia fa riflettere e promuoverla eleva le coscienze, pubblicarla a dispetto dei numeri e del mercato, io credo, rimane uno dei più grandi atti rivoluzionari da compiere.
Su queste premesse è nata a Perugia nel 2014, intorno all’attività di ali&no editrice, l’Associazione Officina delle Scritture e dei Linguaggi, un’associazione culturale no profit che si è proposta come riferimento per l’insegnamento e la sperimentazione dei vari tipi di scrittura (creativa, autobiografica, poetica e terapeutica) e di linguaggi legati alle arti visive (fotografia, mandala, cinema) o alla sceneggiatura (fumettistica e cinematografica).
Officina ha nella sua etimologia parole latine fortemente evocative, come opĭfex -ĭcis (operaio, artigiano), opus -ĕris(opera) e facĕre (fare). Ma Officina è stata anche una storica rivista degli anni Cinquanta, fondata da Roberto Roversi, Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini, che ha aperto le porte alla Nuova Avanguardia con l’intento di stimolare un “nuovo impegno” per la letteratura che diviene strumento di trasformazione in grado di colmare il divario fra scrittore e società, fra politica e cultura, fra idee innovative e benessere sociale.
Officina delle Scritture e dei Linguaggi ha tra i suoi obiettivi prioritari quello di divenire un cantiere del fare, una fucina di idee, una bottega artigiana e artistica, una buona pratica quotidiana per rivitalizzare il tessuto sociale in continua trasformazione.
E la poesia rientra a pieno titolo in questa idea programmatica. Officina e i suoi soci sono stati pionieristici e hanno avuto l’intuizione e il coraggio di proporre, tra le loro offerte culturali, la possibilità di esercitare la scrittura in versi guidata da poeti contemporanei in forma laboratoriale. Alla fine di ogni ciclo di incontri è stata pubblicata una raccolta antologica con le poesie di tutti i partecipanti dal titolo piuttosto evocativo, “Via dei poeti”, oggi al suo quarto volume, e destinata all’autofinanziamento associativo attraverso serate di musica e lettura pubblica. Una forma sociologicamente interessante di attivazione di un circuito culturale virtuoso, dove il libro, da “oggetto” finalizzato alla sola lettura individuale, diviene strumento vivo rivolto alla collettività per un modo nuovo di attualizzare la poesia.
Sembrava una sfida destinata a cadere nel vuoto, e invece. In molti, dopo qualche anno, hanno seguito questa affascinante via sperimentale dove, tra l’altro, si sono formate giovani generazioni di poeti che oggi pubblicano individualmente.
Se è vero che la poesia non può essere insegnata – come dice qualcuno «o si è poeti o non lo si è» – è pur vero che laboratorialmente si possono affinare le principali tecniche di scrittura in versi, apprendere nuovi stili e contenuti guidati da voci poetiche note e meno note, promuovendo incontri con autori contemporanei e reading a tema.
Un tempo la poesia era quasi del tutto orale, possedeva una spiccata musicalità e un alto valore civile. L’azione di Officina si è collocata proprio in questa direzione e tutt’oggi, dopo nove anni di lavoro, la promozione della poesia praticata, sperimentata, insegnata e divulgata ha arricchito il territorio, dando vigore a nuove espressioni stilistiche che qualcuno non pensava nemmeno di possedere. Una speciale azione formativa e di coaching letterario di grande impatto che, ci auguriamo, possa fungere da apripista anche altrove, continuando a generare nuove e interessanti voci poetiche.
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